Recovery plan, 76 miliardi per la sostenibilità
Sono due le promesse della politica agli Stati generali della green economy promossi in apertura dei saloni Ecomondo e Key Energy 2020. La prima è che, come ha assicurato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il Piano nazionale energia e clima sarà riscritto insieme a imprese, ministeri e Regioni «perché è la battaglia di tutti». La seconda è che il Governo saprà raccogliere la sfida del Recovery Plan italiano con i 76 miliardi per la transizione verso l’economia sostenibile, ovvero, in ossequio ai criteri Ue, il 37% dei fondi destinati all’Italia. «Quella della Commissione è una scelta non solo storica, ma di coraggio», ha commentato il ministro degli Affari europei Vincenzo Amendola, ricordando che «si è alzato il livello di ambizione: l’obiettivo intermedio al 2030 è la riduzione almeno del 55% delle emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del ’90» e assicurando che gli investimenti pubblici e privati saranno «adeguati», magari sostenuti da altri strumenti da studiare con Bruxelles, «come uno spin off per investimenti verdi nel Patto di stabilità o il coinvolgimento di grandi fondi o delle banche». L’approccio della neutralità climatica sarà il filo rosso dei progetti del piano italiano, su cui si lavora da agosto.
Tra le priorità, «l’impresa verde, l’economia circolare, che è una forza del nostro Paese, l’agricoltura sostenibile, la decarbonizzazione dei cicli produttivi» e, in un altro cluster, «la transizione energetica e la mobilità sostenibile». Con la volontà di investire nella produzione di idrogeno tramite rinnovabili e di inserire l’Italia nello sviluppo dei consorzi.
Lo Stato ci sarà, rassicura il Governo, pure sul fronte della rigenerazione del patrimonio e della valorizzazione del territorio. Costa ha annunciato un decreto legge contro il dissesto idrogeologico («Serve una norma unica») e ha ribadito la scommessa sul bonus 110%: «Il nostro intento è portarlo il più avanti possibile, perché è motore di nuova economia e dà risposte a un patrimonio edilizio che per il 75% è energeticamente vecchio e va rigenerato. Ho anche appena firmato il decreto ministeriale che assegna i fondi del protocollo di Kyoto per l’efficientamento energetico della Pa». Duecento milioni per ospedali, scuole e impianti sportivi. Che lo sforzo debba essere corale lo ha rimarcato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: gli appuntamenti del 2021 (la presidenza italiana del G20 e la co-presidenza, con il Regno Unito, della Cop 26) devono essere occasioni per «consolidare il multilateralismo e rilanciare l’economia globale oltre l’emergenza sanitaria».
Con un nuovo paradigma di crescita ad alto tasso di innovazione ambientale come motore: «Sono 432mila le imprese che hanno investito in tecnologie verdi. Chi ha scelto la sostenibilità è più competitivo nei mercati esteri».
Fonte: Il Sole 24Ore, 3/11/20